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al testo di Gil
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Ho chiamato a raccolta le mie ossa le ho nominate eredi della terra con cui verrò ricoperto nel giorno dei giorni. Ho dato alla carne le mie ultime istruzioni ho disposto ogni cosa in disordine affinché vi sia una sequela di epiteti che non siano maledizioni ma solo rievocazioni d'un nome affinché non scompaia del tutto la memoria dei segni. Ho lasciato un ricordo alla seduta migliore: dei nastri di carta, coriandoli di versi nati durante le albe migliori quando il risveglio aveva le ore contate e il piacere del culo farsi ribelle ai doveri nel dispiacere acuto di non dirsi in vocali che a stento riuscivano a diventare un discorso, contrappunto alle grida del cielo in un cortile di uccelli e di cani ammaestrati a deiezioni mai fuori orario pena il sovvertimento del mondo. Intanto ogni giorno un poco di più tendo a morire per ora tra Sergio e Cristina, poche righe per volta nella dolcezza tattile d'una pagina sfogliata. |
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